Il circle time: una metodologia educativa e metacognitiva all’interno di doposcuola specialistici per DSA

AndreaUstillani · Dicembre 18, 2024

Docente

Dott.ssa Chiara Tomesani – Psicologa, Tecnico dell’apprendimento, referente doposcuola “Centro di apprendimento e ricerca Laboratori Anastasis”

Descrizione

Il Circle Time (momento del cerchio, generalmente all’inizio delle attività con i ragazzi) si è consolidato in questi anni nella rete doposcuola come un momento importante dedicato al dialogo, al confronto, alla condivisione ed alla comunicazione.
Il Circle time, se ben gestito, consente di creare coesione nel gruppo anche attraverso il rispecchiamento reciproco e di conoscere meglio i ragazzi.
I ragazzi riconoscono il Circle Time come l’opportunità di condividere problemi legati alla scuola, al rapporto con i pari e con i propri genitori ed, esternando emozioni e preoccupazioni, per risolvere conflitti interni e/o rafforzare le risorse sociali spesso fragili, dove poter vivere un’esperienza di non giudizio e di ascolto.
Può essere un momento efficace anche per stimolare competenze trasversali come comunicazione, gestione delle emozioniaccettazione di sé e della propria diagnosi e molto altro.
L’obiettivo della giornata sarà quello di dare suggerimenti concreti per costruire un modello strutturato di Circle Time, perché non sia solo un momento di confronto “libero” tra i ragazzi, ma offra agli operatori strumenti per:
– orientare il confronto per indagare elementi specifici;
– gestire la difficoltà dei ragazzi nel parlare uno alla volta rispettando l’alternanza dei turni;
– proporre gli stimoli giusti per favorire le riflessioni;
– gestire il gruppo e coinvolgere i ragazzi che faticano ad intervenire.
Il Circle time è un momento dinamico, è infatti importante alternare attività di gioco più “leggere” ad attività più introspettive e strutturate, senza dimenticare anche l’importanza di avere incontri in cui i ragazzi e le ragazze possano confrontarsi in un dialogo libero, ma pur sempre mediato dagli operatori.
Si tratta di un vero e proprio spazio dinamico che può essere trasformato a seconda del gruppo, della situazione e delle tematiche che emergono dagli studenti. Per questi motivi è importante anche fare una narrazione corretta di questo spazio ai genitori, che ne capiscano l’importanza e la preziosità e non lo percepiscano come una perdita di tempo. Non sono infatti molti i momenti non giudicanti dove un gruppo di pari può riflettere sui suoi vissuti, sulla scuola e in particolare sui disturbi dell’apprendimento.

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